horror|vacui diary«




The Battle of Bastards vrs.
who?
♀ Ilaria. 24.05.1998 (18). Italy. student. bi. feminist
spare time
writing. reading. acting. watching tvseries. cooking. roleplaying
loves
youtubers. superheroes. history (middle ages, XVIII/XIX century, 1950s). literature (greek, roman, english, italian). languages. graphics. filmmaking. fanfictions. slash/femslash. motoGP

The books that the world calls immoral are books that show the world its own shame.
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les misérables rpg » Deregard ~ The Eniɠmą of deeprealms RpG † amy's {zone}
(ultimo controllo: 07/07/16 - ultima conferma: --/--/-- - elenco gemellati)
♫ e impara a conoscere quale ritmo governa gli uomini (Archiloco)
perchè horror vacui?
La paura del vuoto può avere molti significati; quello originario, datogli da Aristotele, era puramente filosofico-naturalistico: la natura rifiuta il vuoto poichè, ammettendolo, si ammetterebbe l'esistenza del nulla, il che è un controsenso. L'horror vacui è anche la paura di affrontare qualcosa di nuovo, di diverso, senza nessuna esperienza: un lancio nel vuoto, appunto. Per me però l'horror vacui è qualcos'altro: significa riempire la propria esistenza in modo ossessivo di esperienze e passioni, hobby e piani di vita in modo da cancellare tutti quei vuoti, quei buchi nella mia anima da cui possono entrare, come da un vaso di Pandora, tutte le paure e i dubbi che ancora non riesco ad affrontare. Impegnare la mia vita in mille interessi diversi, oltre che ispirarmi e mostrarmi continuamente nuovi punti di vista, mi aiuta a sfuggire da un'incertezza davanti a cui non posso pormi, che non posso nemmeno accettare. Nella mia vita ho bisogno di sicurezze, di stimoli, di sentieri chiari e distinti da seguire; ho bisogno di pensare, di riflettere e di produrre, soprattutto di produrre. Per questo il mio mezzo espressivo preferito è l'arte: guardare un dipinto o una statua è come guardare l'umanità stessa attraverso uno specchio e improvvisamente tutto sembra avere senso, un senso che prima non riuscivo a cogliere; scrivere una poesia significa distruggere tutte le barriere e i freni inibitori per comunicare i propri sentimenti; stare su un palco, con i fari puntati direttamente sugli occhi, e il buio tutto intorno, produce euforia e spavento, emozione ed ansia, gioia e sconforto, forse nell'unico mondo in cui emozioni positive e negative coesistono insieme e il bene ha bisogno anche del male per sopravvivere. Tutto questo è quello che voglio che questo portfolio contenga e nonostante sia un'impresa a dir poco enorme, beh, spero di riuscirci.
letture consigliate - Riflessa in una goccia d'acqua (di Paola Catozza); Sentire 74 (di Maria Parascandolo e altri); Brucerà nella luce (di Michela Bagini)
Order vs DeathEaters | Lottery in comune tra Midori's Pf e Rhy's CornerOrder vs DeathEaters | Lottery in comune tra Midori's Pf e Rhy's Corner
kaypfLiberty's Ocean
I ♥ Earth @ Rhydian's CornerBe Glad! @ Rhydian's CornerINIZIATIVA: UN FIORE CONTRO LA VIOLENZA{SWRA}The dark side of London XIX sec-
 

Raven Keeva
DONO: lunare: creazione di Inferi. Inferi potrebbe essere considerato un sinonimo di 'zombie', come quelli che siamo abituati a vedere nei film horror, ma con alcune sostanziali differenze: essi non sono coscienti di ciò che fanno e non sono capaci di prendere decisioni, spostarsi o fare qualsiasi movimento se non controllati da qualcun altro. Sono dei burattini, quindi la ragazza di fatto non è propriamente capace di resuscitare i morti ma può solo invocarne una forma più debole e fragile che non può rimanere nel mondo dei vivi per molto tempo: essi però possono risultare molto utili in caso si debba attaccare un nemico su più fronti. Raven è capace di creare Inferi senza bisogno di pensare ad una persona specifica o senza essere vicina a dei corpi morti: certo, se pensasse ad un cadavere preciso questo prenderebbe immediatamente forma davanti ai suoi occhi ma normalmente non si preoccupa molto di questo. Per crearli, così come per comandarli e guidarli, le basta il pensiero ma ciò ha degli svantaggi: tenere "in vita" una gran quantità di Inferi le costa molto sforzo mentale ma almeno non ha bisogno di tenerli tutti sotto controllo nella sua mente. All'inizio, da piccola, doveva per forza guidare ogni loro singolo movimento ma questo era estenuante e soprattutto era obbligata a mantenere il contatto visivo con loro per farli reagire ad ogni stimolo. Ora, le basta semplicemente dare loro un comando, a voce o mentale, a breve o a lunga distanza, per fare in modo che loro lo eseguano senza bisogno di guardarli: è importante però ricordare che un Infero è di fatto un corpo morto, di conseguenza fra gli ordini Raven deve includere cose come "se vieni attaccato, reagisci. Se vedi qualcuno, uccidilo. Se ti inseguono, scappa" e altri esempi simili. Un Infero non è umano e non può essere nè ferito nè ucciso: se non ha ordini da eseguire il cadavere si immobilizza, come il personaggio di un videogioco senza un giocatore che lo muova. Dopo un certo periodo di tempo senza ricevere ordini l'Infero perde la sua autonomia e scompare per ritornare nel mondo dei morti. Ad un Infero però si può dare anche un ordine realizzabile solo dopo un lungo periodo di tempo: in quel caso il cadavere rimarrà 'in vita' finchè non sarà in grado di eseguire il comando impartitogli e terminato questo scomparirà. Gli Inferi hanno aspetto umano, non sono coperti di sangue e non ciondolano in modo buffo come gli zombie dei film ma possono tranquillamente essere scambiati per comuni mortali se non fosse per i loro occhi: tutti i cadaveri hanno occhi di un bianco spettrale, senza iride e senza pupilla, ma quando ricevono degli ordini questi si colorano di rosso. La differenza quindi fra un Infero con un ordine da eseguire e un Infero in attesa è proprio il colore degli occhi. Gli Inferi sono molto utili a Raven nel suo lavoro di sicario: può dare loro ordini mentali anche a lunga distanza e le permettono di aumentare velocemente il suo controllo anche su una vasta area. Se per esempio le viene segnalato un covo di ribelli la ragazza può semplicemente sguinzagliare gli Inferi per uccidere i rivoluzionari e prendere possesso dell'edificio. C'è da dire che Raven utilizza i suoi Inferi anche per diletto: sono un ottimo modo per spaventare i pazienti del Sanitas, nonostante siano praticamente la sua firma e non c'è modo per lei di evitare un rimprovero o una punizione ogni volta che li lascia liberi di vagare per il manicomio. In realtà, non le importa molto di essere rimproverata se ha la possibilità di divertirsi così tanto con quegli psicopatici.
CONGREGA: Congrega dei Cacciatori, la congrega di suo padre e di suo padre prima di lui. Raven è la degna continuatrice di una lunga tradizione che si protrae da decenni. La ragazza non aveva dubbi quindi su quale strada prendere, avendo sentito fin da piccola una naturale inclinazione verso i Cacciatori. Sua madre invece proveniva da una famiglia di Salvatori ma aveva scelto di seguire gli Insicuri: poi era stata corrotta da un Tentatore e infine era finita a sposare un Cacciatore. La donna scherzava spesso sul fatto che le sarebbe bastato passare del tempo fra i Protettori per poter dire di aver vissuto in tutte le Congreghe.

hell on heels

- Ha due fratelli maggiori, Antoine e Denis. Quest'ultimo è l'unico fra i tre ad aver abbandonato i Cacciatori per i Tentatori: Raven ricorda che il giorno della sua Cerimonia, poco prima di partire, lui l'aveva portata nella sua stanza dicendole di avere qualcosa per lei. Era lì che le aveva regalato la sua mazza da baseball: non avevano idea a cosa servisse - il baseball era ormai uno sport dimenticato - ma il ragazzo le rivelò che l'aveva trovata tanti anni prima rovistando nella soffitta di casa loro e ora voleva che la tenesse lei. Da quel giorno Raven la porta con sè ovunque e nonostante non sia un'arma così efficace come un fucile è un ricordo troppo profondo per essere dimenticato: il legno della mazza è coperto di scritte, frasi o parole che ha annotato con un pennarello nel corso degli anni e in certi punti è inciso con un coltellino.
- Ha due tatuaggi: uno l'ha fatto il giorno che ha cambiato nome ed è un corvo sul polso sinistro, un evidente omaggio a "Raven", mentre un altro è la rappresentazione di un' Idra le cui teste si attorcigliano intorno alla sua spalla destra e anche qui il riferimento all'Hydra Squad è palese.
- Ha tinto le punte dei suoi capelli di due colori diversi: a destra rosa e a sinistra blu. Lo fece da piccola, da quel che ricorda, quando quella fastidiosa ragazzina dai capelli rossi, Cassandra Sheppard, le disse quanto i fumetti di supereroi la entusiasmassero: dopo averne letto parecchi insieme Cassandra le disse che assomigliava tantissimo ad Harley Quinn, tranne per i capelli. Se si fosse tinta i capelli, disse, loro due sarebbero potute essere le perfette Poison Ivy ed Harley Quinn. Non sapeva perchè aveva deciso di farlo davvero, forse perchè alla fine aveva scoperto che il mondo dei supereroi entusiasmava anche lei, e ancora meno non sapeva perchè continuasse a tingerli in quel modo, nonostante non avesse più visto Cassandra dal giorno dal giorno in cui era stata ricoverata al Sanitas. Raven ricordava che da piccole avevano coniato i soprannomi "Ivy" e "Harley", rispettivamente per Cassandra e per Raven, e nonostante all'inizio la maggiore pensasse che fosse un gioco stupido poi si era arresa e aveva iniziato a prenderci gusto, tanto che nella sua testa quella bambina sorridente dai capelli rossi stava sotto il nome di Ivy, non di Cassandra.
- E' il leader della Hydra Squad, un'associazione di sicari assoldati da Sallister in persona e dai suoi fedelissimi. Questi sicari si occupano di eliminare ribelli e personalità scomode senza creare trambusto mediatico. Ufficialmente però la ragazza lavora come guardia al Sanitas, il manicomio: lì, circondata da uomini di Sallister, riesce facilmente a ricevere gli ordini di cui ha bisogno e contattare gli altri associati. Lavorare lì la diverte: masochisticamente le ricorda di quell'anno che lei stessa aveva passato chiusa lì dentro. Adora spaventare i pazienti: spesso corre per i corridoi battendo rumorosamente la mazza da baseball contro le porte, godendo dei singulti terrorizzati che sente provenire dall'interno. Ogni tanto, quanto si sente ispirata, si diverte a braccarli nei corridoi e gioire del terrore nei loro occhi
- Durante l'adolescenza ha scoperto dei vecchi videogiochi nello scantinato di casa sua e anche una console in cui inserirli. Pensava non funzionassero ma sorprendentemente hanno dilettato i suoi pomeriggi e quelli dei suoi fratelli per molti anni finchè le immagini non diventarono troppo confuse e disturbate per poterle capire.
- Le è stato diagnosticato nei primi anni della pubertò un Disturbo Bipolare di I tipo con episodi di violenza mentre le era già stata diagnosticata la ADHD (Sindrome da deficit dell'attenzione) quando aveva otto anni.
- Ha una sessualità piuttosto confusa: in parte non le importa molto di pensarci e in parte la sua situazione neurologica le rende difficile stabilirsi su una condizione precisa per un lungo periodo di tempo. In poche parole, un giorno potrebbe decidere di essere etero e il giorno dopo assicurare invece di essere lesbica.

SOGNO: I suoi sogni non sono stabili: le risulta facile farsi trascinare dal momento e desiderare fortemente qualcosa per lungo tempo e poi dimenticarsene subito dopo. A momenti si sente soddisfatta della sua vita e del suo lavoro ma in altri momenti ha questa sensazione di bisogno e di mancanza che non riesce a spiegarsi. Normalmente questi sentimenti si accompagnano a quelli che lei chiama 'periodi no', ovvero quando la depressione spazza via l'euforia e Raven finisce per chiudersi in se stessa e cercare disperatamente di concentrarsi sul suo lavoro per evitare di pensare.
YOU KNOW WHAT THEY SAY ABOUT THE CRAZY ONES?
E' molto difficile inquadrare il carattere di Raven a causa della sua situazione mentale ma principalmente la caratteristica che la contraddistingue è l'instabilità. Il modo in cui si comporta, i suoi gusti, le sue ideologie non sono mai sempre uguali ma sono soggette a continuo cambiamento tanto che è complicato capire come comportarsi nei suoi confronti. Contrariamente ad altri individui a cui viene diagnosticato un disturbo bipolare in Raven prevalgono più momenti di euforia che di depressione ma ciò non è necessariamente un bene: significa solo che quando la depressione la coglie è completamente devastante e può stravolgerla anche per giorni interi. Probabilmente il suo carattere essenzialmente vivace e solare ha avuto la sua parte in questo, come se la sua stessa natura tenda ad allontanare la tristezza: durante i 'periodi no' questa condizione muta trasformandola in un bozzolo silenzioso, distratto, nervoso che evita in ogni modo il contatto col mondo. Fin da piccola ha dimostrato una forte iperattività, tanto che per i suoi genitori era difficile tenerla occupata con qualche gioco poichè tendeva ad annoiarsi e distrarsi spesso: la scuola non era mai stata il suo forte proprio per questi motivi. In più, sia i suoi genitori che i suoi insegnanti, notarono fin da subito il modo impulsivo che aveva di comportarsi e un certo nervosismo nel suo modo di porsi: le era difficile rimanere ferma per un lungo periodo di tempo e parlava senza sosta, a volte anche da sola quando non aveva nessuno a cui rivolgersi; inoltre mostrava di essere decisamente poco paziente e rideva spesso incontrollabilmente. I problemi maggiori erano però nei rapporti interpersonali: era aggressiva verso i suoi compagni di classe, a volte anche in modo violento, non riuscendo a legare con loro e sentendosi esclusa, incapace di rispettare le regole o di essere subordinata a qualcun altro in un semplice gioco di squadra. Queste caratteristiche sono rimaste pressochè invariante fino all'età adulta: il suo desiderio di assumere sempre un ruolo attivo in ogni cosa l'ha convinta a voler prendere il controllo dell'Hydra Squad a tutti i costi. In Accademia e al Sanistas ebbe seri problemi di disciplina: se costretta a fare qualcosa che non voleva diveniva aggressiva, violenta, crudele, motivo per cui durante il suo percorso scolastico ha passato molto più tempo in punizione che a lezione. Tutto ciò traccia il contorno di una personalità che, a ventidue anni suonati, rimane ancora infantile ed immatura: non concepisce l'ordine e la precisione a cui preferisce sempre il puro caos. Testarda e orgogliosa, non riesce ad ammettere di sbagliare nè ovviamente soppporta che qualcun altro glielo faccia notare: a qualsiasi accenno di provocazione nei suoi confronti reagisce con la violenza, l'unico modo che conosce per difendersi. Quando, qualche anno dopo la sua diagnosi di ADHD, ha iniziato a mostrare atteggiamenti bipolari i suoi genitori quasi non se ne accorsero poichè sembrava avere le stesse caratteristiche di sempre ma ad un occhio più attento non sarebbe sfuggito tutto ciò che accadde in quegli anni: la sua iperattività aumentò considerevolmente diminuendo il suo bisogno di sonno e ingigantendo ancora di più il suo ego spropositato. Continuava ad essere distratta e a non essere capace di prendere posizione, di avere opinioni su un qualche argomento, di focalizzarsi per lungo tempo su una stessa idea: ciò l'ha portata ad avere da sempre un comportamento poco pragmatico e molto campato in aria. Inoltre, continuava ad impegnarsi in attività potenzialmente dannose per la sua salute e per la salute delle persone intorno a lei: a questa categoria appartiene l'aumento della libido che infatti, nei primi anni della sua adolescenza, si manifestò irrefrenabilmente. Questo l'ha portata in giovanissima età ad avere rapporti sessuali con ragazzi e ragazze, non preoccupandosi nemmeno di pensare a quale dei due sessi preferisse o se invece le piacessero entrambi. Tuttavia questa situazione diminuì dopo i diciotto, diciannove anni seppur rimanendo ancora evidente in particolari momenti. L'ambizione e la megalomania, che rappresentavano una parte consistente della sua naturale indole, aumentarono vistosamente: il suo desiderio di potere l'ha resa egoista e opportunista, non curandosi di dover scavalcare chiunque per raggiungere i propri scopi. Non ha filtri alla bocca e non si preoccupa di poter dire qualcosa di sconveniente ed inopportuno che possa ferire le persone che la circondano, forse non se ne rende conto neppure. Il sarcasmo e lo humor nero sono due dei suoi punti di forza che l'hanno portata a farsi odiare da parecchi suoi conoscenti, senza che a lei importasse ovviamente. Non ricorda di avere mai avuto amici perchè non ha mai permesso a nessuno di avvicinarsi e probabilmente non era nemmeno qualcosa che le importava. L'unico rapporto sano che ricorda di aver avuto è stato con Cassandra Sheppard: Cassandra era entrata nella sua vita a forza, imponendosi su tutte le sue convinzioni e alla fine non aveva potuto fare altro che accettare la sua amicizia, senza rendersi conto - o senza volerlo ammettere - che ad un certo punto il rapporto con Cassandra fu l'unica àncora a trattenerla dal perdere completamente il controllo di se stessa. In qualche modo quella ragazzina dai capelli rossi la stabilizzava, le dava delle convinzioni e un terreno solido dove poggiarsi. Perderla, nonostante all'inizio non se ne fosse resa conto, fu come perdere per sempre quel terreno solido. Nonostante il suo carattere dica il contrario se un'attività le interessa è anche capace di concentrarsi e focalizzare al massimo la sua attenzione: questo le ha reso possibile gestire il suo dono nel migliore dei modi ed eccellere come sicario nell'Hydra Squad, in cui è fondamentale tenere sempre tutti i propri pensieri rivolti verso un unico obiettivo. Raven ha essenzialmente una personalità disincatata e pessimista, anche nei suoi stessi confronti: lascia che la sua malattia la definisca, impedendosi di vedere ciò che c'è oltre e cercando in tutti i modi di ignorare gli aspetti positivi della sua personalità. Nonostante dimostri di avere una personalità forte tende a comportarsi come gli altri si aspettino che lei si comporti: le hanno disegnato addosso il ritratto di ragazza senzacuore per così tanto tempo che anch'essa ha finito per crederci.
aka RENÈE
20.06.???? @ neutral territory
Hydra Squad leader Sanitas security guard

detail
PSYCHOTIC bitch
leather
NEVER WITHOUT HER BASEBALL BAT
kings - tribe society
If we could break through the ceiling above us there'd be no point of us looking below
I'll take my throne, lay it on a mountain and make myself a king
Renèe Keeva nasce un pomeriggio di ventidue anni fa in Territorio Neutrale. Suo padre, Emmanuel Keeva, era il fiero erede di una stirpe di Cacciatori, fierezza che quasi tutti i suoi figli avevano ereditato. L'uomo faceva il soldato, professione che lo portava spesso lontano da casa anche per un lunghi periodi di tempo durante l'anno. Sua madre, Corinne De La Fontaine in Keeva, era una ricca ereditiera di orgini francesi: la donna non conservava alcun ricordo di Parigi, la capitale della splendida Nazione francese in cui la famiglia De La Fontaine aveva costruito il suo impero. I Keeva invece erano in decadenza quando Emmanuel sposò Corinne, matrimonio che rimpinguò notevolmente le loro finanze e il loro potere. Quando Renèe nacque i suoi fratelli Antoine e Denis avevano rispettivamente dieci e cinque anni: la differenza d'età fece in modo che la bambina legasse più con Denis che con Antoine, il quale era già entrato in quel periodo della vita di ognuno in cui passare del tempo con i propri fratelli minori equivaleva ad auto-proclamarsi lo sfigato dell'anno. In generale Antoine è sempre stato piuttosto freddo e scostante nei confronti della sua famiglia, caratteristica che si è accentuata nel tempo tanto che, nonostante durante la Cerimonia avesse scelto i Cacciatori, si è progressivamente allontanato dalla sua famiglia fino ad arrivare a visitarli solo qualche volta durante l'anno. Crescendo la piccola Renèe passò davvero poco tempo fuori casa: la sua incapacità di stabilire delle relazioni sane aveva iniziato a dare i primi segni sin da quando era piccola tanto che i suoi genitori si arresero nel cercare di convincerla a frequentare l'asilo insieme agli altri bambini. Fu una bambina difficile, Renèe: aveva un brutto carattere, quello lo sapevano persino i suoi genitori nonostante cercassero di non ammetterlo. Suo padre, per lo meno, aveva molti punti in comune con la ragazzina che forse era fra i suoi figli quella che gli assomigliava di più; con sua madre invece condivideva al massimo il colore dei capelli. I problemi iniziarono ad aumentare quando la piccola Renèe andò a scuola per la prima volta: le difficoltà relazioni esplosero tutte in una volta e il suo caratteraccio, costretto in quelle mura da noiose e rigide regole, persino peggiorò, per quanto questo fosse possibile. Bastarono a malapena tre anni di "discrete" visite psichiatriche - ovvero, convincere Renèe che non la stavano portando da uno strizzacervelli ma da un signore gentile che voleva solo parlare con lei - per diagnosticarle l'ADHD. Nonostante i disturbi di iperattività siano presenti in molti bambini per la signora Keeva fu un brutto colpo che proprio la sua figliola prediletta fosse "disturbata": sapeva benissimo quanto Renèe fosse problematica ma aveva attribuito quella situazione all'età e all'immaturità della bambina che, secondo la sua opinione, era solo "un po' vivace". Come se graffiare a sangue il braccio del suo compagno di banco solo perchè le aveva detto che la casa che aveva disegnato sembrava un po' storta significasse essere "solo un po' vivace". Ad ogni modo la donna si allontanò progressivamente da sua figlia: non c'era un motivo preciso, sapeva solo che ogni volta che guardava Renèe vedeva solo quella piccola creatura che le aveva creato problemi che secondo lei non meritava di avere. Suo padre, invece, adorava la sua Renèe e non ebbe cuore di allontanarsene, nonostante sembrasse così instabile da preoccuparlo a volte. La distanza che sua moglie prese da sua figlia lo sconvolse e lo rese furioso ma non c'era modo per cui potesse lasciarla: senza il supporto de i De La Fontaine i Keeva sarebbero collassati su loro stessi e sarebbero decaduti per sempre. Emmanuel aveva ancora bisogno di sua moglie e faticosamente rimasero insieme. Fu in quel periodo che la vita di Renèe Keeva e quella di Cassandra Sheppard si intrecciarono indissolubilmente. Renèe aveva dieci anni mentre Cassandra solo sei ed era un vortice di capelli rossi ed energia: era un'energia diversa da quella di Renèe, non era un'insana ed ossessiva attività del suo organismo ma un puro e semplice desiderio di vivere. La situazione è iniziata come in tutte le storie: Cassandra abitava nella casa accanto alla sua, membro di una numerosissima e unitissima famiglia. Le capitava ogni tanto di osservarla mentre giocava con i suoi fratelli, da uno spiraglio della sua finestra, e si trovò per la prima volta ad essere invidiosa della sua felicità; e l'invidia non aveva mai fatto parte del suo carattere. Se fosse stato per lei avrebbe semplicemente continuato a guardarla ma evidentemente il Destino non era d'accordo: fu Cassandra a rivolgerle la parola per la prima volta, in un tiepido pomeriggio di primavera, quando andò da lei con lo sguardo basso chiedendole in un sussurro se sapeva aggiustare i suoi pattini ai quali si era rotta una rotella: la informò inoltre che in quel momento non c'era nessuno a casa sua e non sapeva a chi chiedere. Renèe, a cui suo padre aveva insegnato qualche trucchetto, dopo un breve tentennamento le disse che ci avrebbe provato. Con un po' di fatica ci riuscì e quello fu l'inizio di qualcosa che sarebbe stato destinato a non finire troppo presto, qualcosa che tutt'ora Renèe non riesce a definire. Cassandra iniziò ad invitarla spesso a casa sua per leggere fumetti e giocare insieme: all'inizio Renèe rifiutava continuamente, sentendosi oppressa dalla sua insistenza ma alla fine, quasi per disperazione, accettò. La loro relazione procedette in modo quasi naturale, così semplicemente da stupire Renèe: si era trovata a passare molto tempo con quella ragazzina, lasciando che la sua genuinità la aiutasse a dimenticare i momenti più difficili. Nel frattempo Renèe cresceva, cresceva a vista d'occhio, e a quindici anni chiese a suo padre di insegnarle a sparare: l'uomo, per quanto all'inizio non volesse a causa della sua situazione mentale instabile, poi non se la sentii di contraddirla, ben sapendo quanto la ragazza potesse arrabbiarsi di fronte ad un rifiuto. Renèe dimostrò di avere una buona mira e di provare quasi un piacere malato nel sapere di tenere fra le mani un oggetto che le dava un potere così alto; in più imparava velocemente e Emmanuel si stupì di quanto sembrasse concentrata e determinata, caratteristiche che per quanto ci avessero provato i suoi genitori non erano stati in grado di insegnarle. In quell'anno a Renèe, a fronte di lunghi anni di terapia in cui la sua condizione sembrava peggiorare sempre di più, venne diagnosticato un Disturbo Bipolare che, a detta dello psicanalista, era più precisamente un Disturbo Bipolare di I tipo. Renèe non sapeva cosa significasse, l'unica cosa di cui si rendeva conto era che il suo umore sembrava sfuggirle di mano e che improvvisamente la obbligavano a prendere nuove medicine dall'aspetto strano. Medicine che ovviamente Renèe fingeva di prendere e che buttava nello sciacquone appena sua madre non guardava: non riusciva nemmeno a pensare che i suoi stati d'animo potevano essere controllati da un paio di pillole. La sua vita proseguì noiosamente, fra pomeriggi a casa di Cassandra e sere passate a sparare al coperchio di latta di un secchio dell'immondizia usato come bersaglio, alternando momenti di euforia a picchi di depressione e rabbia, fino ai suoi diciotto anni. La Cerimonia non la spaventava, sapeva benissimo cosa scegliere e non appena incontrò lo sguardo dei Direttori seduti davanti a lei sentì, come si aspettava, una forte spinta dentro di lei che la indirizzò verso la scelta della Congrega dei Cacciatori. Celebrò questo avvenimento facendo ciò che aveva sempre voluto fare: dopo una lunga cernita di nomi cambiò il suo da Renèe a Raven e ufficializzò la scelta facendosi tatuare un corvo sul polso sinistro. Il primo anno di Accademia però fu traumatico: l'allontanamento dalla sua famiglia, che era l'unico nucleo sociale che aveva avuto attorno per diciotto anni di vita, peggiorò la sua situazione in modo drastico. I suoi familiari continuarono ad insistere che prendesse le sue medicine senza nessun successo. Inoltre il suo disagio mentale si ripercosse sul suo comportamento: divenne più violenta, irritabile, irruenta, più tendente ad invischiarsi in situazione pericolose. La violenza fisica e psicologica nei confronti dei suoi compagni di Accademia si accompagnò ad una certa intrattabilità, ad un desiderio di prevalsa sugli altri e ad un maggiore cinismo. Alla fine, nonostante le preghiere della sua famiglia, il Direttore dell'Accademia inoltrò ai suoi genitori la richiesta che la studentessa Raven Keeva di anni diciotto fosse al più presto ricoverata al Sanitas per instabilità mentale. E i suoi genitori dovettero cedere per non lasciare che la loro figlia divenisse un paria sociale per tutta la vita. Essere costretta a trasferirsi in una nuova casa, un manicomio, per Raven fu l'ultima goccia e nonostante avesse cercato di ribellarsi capì anche lei che ormai la decisione era stata presa. Inoltre, dal giorno in cui venne trascinata al manicomio non vide mai più Cassandra Shepperd: non la venne mai a visitare e nonostante sapesse, nella parte lucida del suo cervello, che probabilmente la ragazza non era stata informata di quella situazione, non riuscì a non considerare quell'allontanamento come un tradimento nei suoi confronti, come se proprio lei avesse deciso di abbandonarla alla sua supposta follia. Al Sanitas Raven, per un certo periodo, sembrò quasi calmarsi, segnale che la sua famiglia interpretò come positivo, ma impiegarono poco tempo per capire che quella era solo la quiete prima della tempesta. Per un anno intero Raven tentò in tutti i modi di evadere, elaborando piani via via sempre più complicati e stupendo tutti gli infermieri e le guardie per la fredda capacità strategica che riusciva a dimostrare: quasi si dimenticò di torturare gli altri pazienti, occupata com'era a pianificare la sua evasione. Lo stupore durò poco perchè, all'avvicinarsi della fine del suo primo anno nel manicomio, per cercare di liberarsi delle quattro guardie, che erano state sguinzagliate contro di lei non appena seppero che aveva di nuovo tentato la fuga, rubò di nascosto la pistola di uno degli uomini e con un'abilità sorprendente li uccise tutti senza battere ciglio. La notizia arrivò ai piani alti attraverso il silenzioso sussurro di una guardia del Sanitas, Noah Strøm. Noah era il leader dell'Hydra Squad e usava il suo lavoro al Sanitas come copertura: fu lui a vedere del potenziale in Raven e a chiedere ad uno dei bracci destri di Sallister con cui era venuto in contatto di assumerla nel team. L'uomo incontrò anche Raven, di nascosto, grazie alla gentile intercessione di Noah, e le propose ciò a cui entrambi avevano pensato. L'uomo di Sallister, il Signor Karl Varga, aveva dubbi su di lei, essendo così giovane e con così poca esperienza, inoltre temeva per l'incolumità della squadra che sarebbe potuta essere stata minata dalla presenza di un individuo instabile e disturbato come Raven ma si fidava di Noah e non fece domande: inoltre, per convincere la ragazza, le promise che se avesse accettato lui avrebbe trovato il modo di farla uscire dal Sanitas. Alla ragazza dopotutto importava semplicemente di andarsene da quel buxo e dovette ammettere almeno a se stessa che l'idea la stuzzicava, di conseguenza, con la sua proverbiale impulsività, accettò immediatamente. Noah si propose come suo mentore per allenarla ed educarla al mestiere di sicario che richiedeva una certa attenzione e non solo l'abilità a sparare: in linea di principio l'Hydra Squad non allenava ma assumeva solo sicari professionisti, con Raven era stata fatta un'eccezione per la curiosità che Noah aveva verso il suo Dono e il suo talento con le armi da fuoco. Strøm dimostrò di aver avuto lungimiranza quando in pochi mesi Raven sembrò eccellere in tutte le abilità richieste e venne ufficialmente promossa a membro dell'Hydra Squad. In quel periodo Raven iniziò a lavorare al Sanitas con Noah, in modo che lui potesse assicurarsi di tenerla sempre sotto controllo. Il peggio però doveva ancora arrivare: i dubbi di Varga sull'incapacità di Raven di lavorare subordinatamente a qualcun altro si dimostrarono molto più reali di quanto Noah pensasse. Presto la ragazza iniziò ad essere insoddisfatta della sua posizione e nonostante fosse un buon soldato iniziò a volere di più. Il suo desiderio di potere esplose quando, durante una riunione in cui tutta la squadra venne radunata per l'ennesima volta per discutere del comportamento intrattabile di Raven, tutti i sicari del gruppo decisero all'unanimità di escluderla ed allontanarla ed anche Noah, per la sicurezza della sua squadra, dovette concordare con i suoi associati. Quello fu come uno schiaffo in faccia per Raven che si sentì tradita, umiliata e illusa per l'ennesima volta nella sua vita e a questo non potè non reagire. Con una fluidità e una lucidità che ancora terrorizzano i membri dell'Hydra aveva sfilato la pistola che portava con sè dal suo fodero e aveva sparato a Noah, in mezzo agli occhi. Aveva sparato al suo mentore, all'unico ad aver mai visto del potenziale in lei senza nemmeno sentirsi dispiaciuta: lui l'aveva tradita esattamente come gli altri, se non di più, e meritava di essere punito. Si impose come leader del gruppo e minacciò gli altri associati dicendo loro che avrebbero subito lo stesso trattamento se avessero di nuovo cospirato alle sue spalle. Li informò che la sua guida non sarebbe stata collaborativa e conciliante come quella di Noah: era lei che teneva le redini della squadra in quel momento, era lei a decidere cosa era meglio o peggio per tutti. Gli associati erano terrorizzati non tanto dalla sua abilità con le armi, cosa che dopotutto avevano anche loro, ma piuttosto dalla sua follia che la poteva portare a compire qualsiasi tipo di azione pur di soddisfare la sua sete di potere; e inoltre il folto gruppo di sostenitori che si era costruita attorno le dava sicuramente una sicurezza ed un'intaccabilità ancora maggiori. Raven prese il comando e dimostrò di essere un capo, per quanto instabile e dittatoriale, capace di concentrarsi sul suo lavoro e di dare ordini precisi: anche gli associati che ancora si opponevano al suo colpo di mano dovettero ammettere che grazie a lei la squadra aveva più successo rispetto a quanto ne aveva con Noah, più cauto e razionale. Per questo iniziarono anche a rispettarla e non solo a temerla, costruendo molto lentamente una certa unità, in parte favorita anche da Raven stessa che preferiva avere i suoi colleghi come 'amici' piuttosto che come nemici. Le fondamenta che tenevano insieme la squadra però erano ancora pericolanti e focolai di malcontento continuavano ad accendersi e spegnersi ad intermittenza minando profondamente il potere di Raven che non è più così al sicuro come una volta.
  • 1

    Cassandra

    (estratto dalla scheda)'Con Cassandra Sheppard aveva un rapporto di odio/amore: la più giovane faceva amicizia facilmente e tendeva a legarsi moltissimo, cosa a cui invece Raven non era abituata. La ragazzina però le era simpatica in parte, nonostante passassero davvero molto tempo a litigare, e poteva dire di essersi affezionata a lei, tanto che le dispiacque davvero tagliare i rapporti, anche se non lo avrebbe confessato nemmeno sotto tortura.' Le due si conobbero da piccole, visto che le loro famiglie erano vicine di casa, ma Raven iniziò a legare con Cassandra solo quando aggiustò i pattini della più piccola. Si appassionarono entrambe di fumetti e per questo motivo si identificarono presto con Poison Ivy e Harley Quinn: Raven arrivò addirittura a tingersi i capelli di rosa e blu per sembrare più somigliante e tutt'ora non ha abbandonato questa caratteristica.
  • 2

    Bruce

    Bruce è un membro dell'Hydra Squad e uno dei pochi Protettori del gruppo. L'uomo ha sempre disprezzato la ragazza, sia perchè è una Cacciatrice, sia per il modo in cui si è appropriata della leadership dell'Hydra, sia per essere folle ed imprevedibile, ma non è mai arrivato a disubbidire pubblicamente ad un suo ordine: in passato però aveva cercato di convincere l'ex leader dell'Hydra Squad ad estrometterla dalla squadra. Raven dal canto suo prova lo stesso odio per l'uomo e non perde occasione per prendersi gioco di lui, a volte di fronte agli altri, a volte affibbiandogli missioni ridicole ed umilianti per il solo gusto di deriderlo. Ma anche Raven sa che non può tirare troppo la corda perchè, nonostante l'età, Bruce rimane uno dei membri migliori della squadra e il perderlo potrebbe andare a svantaggio di tutti
  • 3

    Gideon

    Gideon è un Cacciatore membro dell'Hydra Squad. Con lui Raven ha legato particolarmente, tanto da considerarlo uno dei suoi uomini più fidati all'interno della squadra. Non è certa di quanto solida sia la sua fedeltà verso di lei, dopotutto rimane pur sempre un Cacciatore, ma il fatto che lo consideri un buon amico le permette di metterlo al corrente di informazioni e dettagli che non convidividerebbe mai con gli altri membri dell'Hydra Squad
  • 4

    Evan

    Evan è il figlio del proprietario del Sanitas e questo ha permesso a Raven di incontrarlo spesso. I due hanno subito legato perchè hanno personalità molto simili: il loro passatempo più divertente è di aggirarsi per i corridoi del Sanitas a spaventare i pazienti lì ricoverati. Evan è forse la persona di cui Raven si fida più al mondo, dopo suo fratello Denis: sa che non la tradirebbe mai e il loro rapporto si fonda fondamentalmente sul coprirsi a vicenda quando vogliono divertirsi un po'.
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    Erik

    Erik è stato un membro dell'Hydra Squad ed è attualmente uno dei ricercati più pericolosi nel registro dell'Hydra. L'uomo ha lasciato illecitamente la squadra e al momento vive da latitante, nonostante tutti gli sforzi di Raven per rintracciarlo. Nonostante Erik non sia, per Raven, un nemico personale la ragazza ha comunque iniziato ad odiarlo fortemente perchè il suo riuscire a sfuggire ai controlli dei sicari dell'Hydra mina seriamente la credibilità di tutta la squadra e lei non può permettere che la sua guida venga giudicata debole o inadeguata per criminali del suo calibro. Lo scopo di Raven è ritrovarlo ed ucciderlo con le sue stesse mani.
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